Il Progetto MicroBioDiverSar
La biodiversità vegetale, animale e microbica è da tempo oggetto di crescente attenzione a livello globale e, negli ultimi decenni, i governi e le organizzazioni internazionali e regionali si sono dotati di leggi e regolamenti atti a promuoverne la conservazione e la valorizzazione. Tra questi, la Legge 194/2015 “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare” ha dato avvio alla realizzazione di un sistema nazionale, costituito dall’Anagrafe Nazionale, dalla Rete, dal Portale e dal Comitato Permanente, che ha lo scopo di preservare, in situ ed ex situ, le specie locali (animali, vegetali e microbiche) di interesse agroalimentare a rischio di estinzione o erosione genetica. Tuttavia, la definizione “rischio di estinzione” non è applicabile al concetto di specie microbica e i decreti attuativi della legge non fanno riferimento alla biodiversità microbica, se non per dire che, data la complessità dell’argomento, sarà oggetto di ulteriori decreti attuativi. Pertanto, allo stato attuale, solo le risorse animali e vegetali vengono inserite nei Repertori Regionali e nei Registri Nazionali mentre la consistenza del patrimonio di risorse microbiche conservate in collezioni ex situ da diverse istituzioni italiane è ancora sconosciuta. In questo contesto, il progetto MicroBioDiverSar (Biodiversità Microbica della Sardegna), finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (Mipaaf) con i fondi della Legge 194/2015, è stato il primo riguardante le risorse microbiche.
Lo scopo del progetto è stato quello di censire e catalogare le risorse microbiche presenti in tre collezioni sarde (Agris Sardegna, Università di Sassari e Università di Cagliari) e di costruire un database e un sito web dedicato, affidandone la progettazione e realizzazione al laboratorio di bioinformatica dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova.
Questi quattro istituti sono anche membri associati o partner della Joint Research Unit (JRU) MIRRI-IT che sta sviluppando la rete italiana delle collezioni microbiche, con l’obiettivo comune di superare l’attuale frammentazione nella disponibilità di risorse e servizi e valorizzare il sistema di gestione della qualità delle collezioni, concentrandosi sulle esigenze dei soggetti interessati al trasferimento biotecnologico delle risorse. Il database relazionale, realizzato secondo standard internazionali, è lo strumento di gestione delle collezioni partner del progetto e il sito web mira a costituire un importante canale di comunicazione con il mondo imprenditoriale che opera nel settore agroalimentare e con altre istituzioni di ricerca. Inoltre, il database MicroBioDiverSar rappresenta un’occasione di confronto tra le collezioni partner del progetto e altre collezioni italiane, caratterizzate da sistemi più avanzati di gestione e conservazione dei microorganismi.
Per raggiungere l’obiettivo, in un primo momento, per ciascuna collezione, è stata effettuata la raccolta di tutte le informazioni disponibili sul numero di accessioni, specie di appartenenza dei microrganismi, loro origine, anno e luogo di raccolta e modalità di conservazione.
Questa fase ha richiesto un’approfondita ricerca documentale negli archivi cartacei degli enti ospitanti le collezioni, poiché le informazioni sugli isolati raccolti per diversi decenni, a partire dagli anni ’60, non erano disponibili in forma digitale, mentre i dati relativi agli isolati più recenti erano stati riportati in tabulati su fogli elettronici, spesso non omogenei per struttura. Inoltre, talvolta, informazioni sullo stesso isolato si trovavano frammentate in file diversi.
Il passo successivo è stato quello di creare un unico foglio elettronico contenente le informazioni su tutti gli isolati di ciascuna collezione, seguendo sia le regole internazionali che le specifiche esigenze interne di ciascun laboratorio.
Parallelamente, le risorse microbiche sono state riordinate fisicamente e inventariate, codificando e registrando la loro posizione.
Il lavoro svolto ha messo in evidenza la presenza di una grande ricchezza di risorse microbiche nelle collezioni sarde partner del progetto. Infatti, sono state incluse nel database circa 200 specie di batteri, lieviti e funghi (di cui oltre 150 già disponibili online), corrispondenti a oltre 20.000 isolati (di cui oltre 2.000 già disponibili online) da diverse matrici (latte e prodotti lattiero-caseari di pecora, capra e vacca; colture starter naturali; caglio in pasta; tratto digerente di agnello; olive da tavola e loro salamoie, olio d’oliva; uva, mosto d’uva, vini; birra, grano, orzo, frumento, malto; salsicce di maiale tradizionali, budello e carne; intestino di pesci, mitili), inseriti nelle collezioni nel corso di oltre 50 anni, che saranno accessibili alla comunità scientifica, a scopo di studio e ricerca, e al mondo delle produzioni agroalimentari. Perché il lavoro svolto grazie al Progetto MicroBioDiverSar continui ad avere un significato e un valore concreto nel tempo deve essere garantita la possibilità di mantenere e gestire le risorse microbiche ospitate nelle collezioni, attraverso finanziamenti strutturali dedicati. Solo così sarà possibile garantire la sopravvivenza dei microorganismi e la loro conservazione secondo standard di qualità riconosciuti a livello internazionale, necessari perché le collezioni raggiungano lo status di biobanche e possano svolgere il ruolo chiave che compete loro, per lo sviluppo delle biotecnologie e della bioeconomia.